Se alla fine del secondo millennio la costituzione di circoli NOI era vista come opportunità, oggi, con l’evoluzione normativa riferita agli enti associativi e con l’introduzione della riforma del Terzo Settore (che non è solo associazionismo) emerge qualche legittimo interrogativo. La legislazione ha individuato con maggiore chiarezza quali sono gli enti che producono vera promozione sociale, che è anche la vera mission di ogni associazione di promozione sociale (APS), e solo quella può essere considerata l’attività di interesse sociale, l’attività associativa agevolata, sostenuta, promossa.
Cos’è la promozione sociale di cui NOI Associazione si fa carico?
È lo svolgimento di attività elencate all’articolo 5 dello statuto, scelte tra quelle riconosciute di interesse sociale nell’articolo 5 del Codice del Terzo settore.
Gli oratori NOI Associazione (APS) organizzano e gestiscono servizi culturali, ricreativi, sportivi, turistico-sociali, teatrali, musicali, mass-mediali; favoriscono l’educazione al servizio, alla pratica del dono quale espressione di partecipazione, alla solidarietà e al pluralismo; curano la formazione culturale extrascolastica; operano nel tempo libero per la formazione e la costruzione fisica e spirituale della persona; valorizzano forme espressive, artistiche e di comunicazione del teatro, della musica, del cinema e dei media; promuovono il libero associazionismo sportivo; svolgono attività residenziale per bisogni culturali e formativi; sostengono l’accoglienza umanitaria e l’integrazione sociale dei migranti; promuovono attività sportive dilettantistiche; si impegnano per la beneficenza, il sostegno a distanza, le erogazioni a sostegno di persone svantaggiate; promuovono la cultura e la legalità, la pace tra i popoli, la non violenza, la difesa non armata; nonché la tutela dei diritti umani, le iniziative di aiuto reciproco, e i gruppi di acquisto solidale.
Non un gruppo di interesse privato, non un circolo chiuso, dunque, bensì una consapevole funzione di promozione sociale nella comunità di riferimento: si opera in totale gratuità per la tutela del bene sociale. Influire positivamente e significativamente nei confronti dei cittadini, creando occasioni di socializzazione, di incontro, di attenzione a situazioni di difficoltà. Si tratta di impattare nella comunità di cui siamo parte con la nostra azione finalizzata a promuovere una migliore qualità della vita.
Accanto a ciò, perché tutto non sia solo un gioco di parole, dovremo imparare a raccontarci, a esporci, a metterci in competizione, a valutare quello che facciamo. Purtroppo in Italia valutare viene inteso come giudicare e sanzionare, invece significa dare valore a quello che si fa (cfr. Zamagni), con riferimento alle risorse che si hanno, che si producono, che si ricevono. In questo contesto la valutazione assume il ruolo di giudizio di azioni socialmente importanti, accettandone le conseguenze operative che sviluppano la disponibilità al cambiamento, a rendere trasparenti le azioni, le attività, i progetti, sottolineando le eccellenze raggiunte, ma anche insuccessi e difficoltà incontrate.
Affrontando un progetto tanto ambizioso si impara a misurare la quantità e la qualità del coinvolgimento del circolo NOI nella comunità di riferimento. Nessuno vuole far credere che tutto sia facile, ciò non di meno i cambiamenti incrementano la sensibilizzazione, la conoscenza e la comprensione dei temi e dei problemi, con atteggiamenti di consapevolezza, protagonismo e condivisione. Occuparsi di Terzo settore non può essere visto come opportunità. L’opportunità è una facoltà concessa al cittadino che deve sentirsi obbligato a preoccuparsi e dedicarsi agli altri. Il cristiano non ha opzioni, è obbligato a preoccuparsi e dedicarsi agli altri. Il cristiano non può limitarsi a pregare per gli altri, deve impegnare tempo, capacità, risorse per la ricerca del bene comune. Se non lo fa, non è cristiano. «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…» (Lc 10,30).